Linee guida per intervenire sui DSA
Linee guida per intervenire sui DSA
Trattamenti riabilitativi dei DSA basati sull’efficacia
La strada per ottenere una diagnosi di Disturbo Specifico dell’Apprendimento appare lunga e difficile: code interminabili nelle strutture pubbliche, impegno di tempo, di energia e spesso anche di soldi da parte delle famiglie.
Ottenuta la diagnosi, però, la questione non si risolve. La certificazione consente, infatti, alla scuola di attivare le protezioni previste dalla legge 170/2010, quali cioè l’uso degli strumenti compensativi e dispensativi, una metodologia didattica personalizzata, più tempo per compiti e verifiche.
Ma per il bambino tutto ciò non basta. Occorre, infatti, pensare a come intervenire perché la funzione “problematica” possa migliorare e il benessere del bambino a casa e a scuola possa incrementarsi.
Al genitore, a questo punto, si aprono una molteplicità di strade: trattamento logopedico, psicologico, metodo lessicale o sublessicale (del riconoscimento delle sillabe). Muoversi in questa giungla non è facile; ecco alcune linee guida.
L’efficacia del trattamento non è un’opinione
Un trattamento, perché sia efficace, deve provocare un qualche effetto sulla funzione deficitaria trattata; tale effetto va nel senso di un miglioramento della funzione. Importante è, quindi, fornire una dimostrazione di tale effetto.
La Dimostrazione è una “spiegazione esauriente o prova pratica con cui si intenda illustrare la validità o funzionalità di qualcosa” (dal dizionario De Voto, Oli). Dimostrare significa mettere alla prova, ottenere evidenze pratiche ed esaurienti, che dimostrino la validità di quanto proposto.
La persuasione è, al contrario, “l’ottenimento dell’approvazione e della fiducia, attraverso un’opera generalmente personale, graduale e metodica di convinzione” (dal dizionario De Voto, Oli). E’ possibile affidarsi alla sola fiducia nelle proprie convinzioni o nella propria personalità, nel fornire un trattamento riabilitativo?
Non è valido tutto, ma solo ciò che ha evidenza
Se la scelta del trattamento è guidata da persuasione e fiducia, il risultato è che ogni modello o proposta risulta essere valida, e la scelta si basa su “ciò che risulta essere più convincente in quel momento”. Con un tale criterio di scelta, il rischio è di accontentarsi di una proposta in base a quanto viene detto nella sua presentazione pubblicitaria.
Un criterio logico di scelta si affida non agli enunciati, ma alle evidenze di efficacia. Una scelta attenta si basa sul controllo delle evidenze.
Le evidenze si controllano:
- Leggendo le fonti e non solo la pubblicità
- Verificare che sia stata eseguita una valutazione su di un campione di soggetti
- Verificando come sia stata valutata la situazione iniziale
- Leggendo la descrizione dettagliata del trattamento (materiali, procedure, fonti…)
- Verificando che sia stata valutata la situazione finale e con quali strumenti (gli stessi, altri creati apposta per l’occasione…)
- La descrizione degli eventuali cambiamenti ottenuti
- Verificando se è indicato di quanto tali cambiamenti siano maggiori rispetto all’andamento stimato della funzione in assenza di intervento specifico
- Verificare se i cambiamenti sono clinicamente significativi, cioè se hanno un impatto sulla vita quotidiana e sul funzionamento nei contesti significativi (scuola, casa…)
Le raccomandazioni della Consensus Conference
Un aiuto nella scelta viene dalle linee guida della Consensus Conference (2007, 2010). Larga parte di questo documento di consenso, redatto da varie associazioni di professionisti che operano nel campo dei Disturbi Specifici dell’Apprendimento, dedica una ampia parte al trattamento riabilitativo.
Fra le linee guida proposte:
- Il trattamento deve prevedere una definizione iniziale degli obiettivi e delle aree specifiche che saranno interessate
- Deve riferirsi ad un modello chiaro basato su evidenze scientifiche
- Devono essere definiti, inoltre, gli interventi specifici proposti
- Gli obiettivi devono essere aggiornati nel tempo
- Devono essere definite le modalità (metodo) e i tempi di intervento
- Definisce le misure di esito, ovvero quale sarà l’esito atteso e in che tempo esso sarà probabilmente raggiunto
- Individua gli operatori responsabili
- Viene periodicamente aggiornato
Logopedista o Psicologo ?
La presenza di più operatori specializzati sulle patologie dell’apprendimento mette spesso confusione; ciò anche perché queste figure concorrono spesso insieme nel percorso di diagnosi, rischiando spesso di sovrapporsi.
Nel trattamento, l’indicazione più frequente è di trattamento logopedico. Il logopedista, soprattutto nelle prime fasi di acquisizione della lettura e scrittura, è in grado di gestire al meglio gli aspetti linguistici e funzionali ad esse connessi. Inoltre, data la frequenza di bambini con disturbo specifico dell’apprendimento e precedente disturbo del linguaggio, l’intervento logopedico consente di gestire al meglio gli eventuali problemi di linguaggio ancora presenti.
E’ però dimostrato in letteratura che dopo gli 8 – 9 anni l’intervento logopedico inizia a perdere di efficacia. Questo perché, con lo sviluppo cognitivo ed affettivo, iniziano a diventare fondamentali aspetti emotivi, relazionali e motivazionali. A partire da quest’età, un intervento psicologico appare più indicato. Esso deve tenere in considerazione, oltre agli aspetti funzionali, anche gli aspetti di motivazione, di risposta comportamentale e di emozione, che si manifestano nei vari contesti di vita del bambino e che hanno a che fare con le relazioni instaurate.
Quali trattamenti efficaci?
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Purtroppo gli studi di validazione e di efficacia dei trattamenti sono ancora non numerosi, sebbene in aumento negli ultimi anni. Per un elenco aggiornato si rimanda al sito www.lineeguidadsa.it
Riassumo in breve l’elenco dei trattamenti di cui si possiedono studi di efficacia.
Per la lettura:
- Trattamenti di tipo sublessicale: basati sull’automatizzazione del riconoscimento di sillabe, partendo dalla presentazione di testi
- Trattamenti di tipo lessicale: basate sull’automatizzazione del riconoscimento di parole, partendo da presentazione tachistoscopica (al computer)
- Trattamenti di tipo neuropsicologico: basati sul potenziamento di altre abilità cognitive quali memoria, attenzione visiva
- Trattamenti di tipo balance: si basano sulla presentazione di materiale da leggere, presentati con modalità differenti a seconda del tipo di dislessia (percettiva, linguistica o mista)
Per la scrittura:
- Trattamenti che lavorano su aspetti fonologici (spelling)
- Trattamenti sulle regole ortografiche
- Trattamenti sull’incremento del magazzino lessicale
- Trattamenti metacognitivi di connessione fra significato della parola e ortografia
Per la disgrafia:
- Trattamenti che si basano sull’attenzione posta sui punti iniziali e finali del tratto grafico, sul movimento continuo e sulle sequenze di movimento
Per il calcolo:
- Trattamenti sull’automatizzazione del recupero dei fatti numerici
- Trattamenti sugli elementi di base della cognizione numerica, quali percezione delle quantità, giudizio di grandezza, scrittura dei numeri
- Trattamenti metacognitivi sulla risoluzione di problemi matematici
Alcune indicazioni generali
È bene ricordare che l’efficacia di un trattamento non è data solo dall’effetto che si ottiene con esso, e che si spera sia di miglioramento. Si ritiene che un trattamento sia efficace se migliora l’evoluzione del processo più della sua evoluzione naturale.
Se, per esempio, il problema risulta essere la velocità di lettura, un trattamento è efficace se è dimostrato che porta in un numero fissato di mesi a una evoluzione maggiore di quella naturalmente attesa. Nel caso della velocità di lettura, ci si aspetta che essa evolva naturalmente, senza trattamenti, di 0,3 sillabe /secondo annue (sillabe / secondo è l’unità di misura con cui si rileva la velocità di lettura). Se quindi il trattamento eseguito consente di ottenere lo stesso risultato, poniamo, in tre mesi, e tale risultato è stato dimostrato da studi di efficacia su di un campione di soggetti, allora si può parlare di trattamento efficace.
Secondo voi, quali informazioni possono guidare nella scelta di come aiutare il bambino a scuola?
Bibliografia:
Studi italiani sul trattamento della dislessia evolutiva: una sintesi quantitativa.
Dislessia, 8, 2, 163-172, 2011.
materiali tratti dal sito www.lineeguidadsa.it