Il mio parere: un dato che potevamo benissimo aspettarci, anche se mi chiedo come cambieranno i parametri per indicare presenza o assenza di patologia in questo contesto nel futuro: sarà infatti (che ci piaccia o meno) sempre più la norma passare del tempo davanti allo schermo.
Certo non vuol dire questo arrivare agli estremi dell’hikikomori.
Il pubblico che più di altri dovremmo tutelare da questi effetti sono i bambini e adolescenti, e per questo auspico una grande prevenzione nelle scuole su questi argomenti.
Voto articolo:7/10
Tratto dall’articolo:
“Il fenomeno interessa una fetta di popolazione che va dal 3 all’11%, soprattutto dai 15 ai 40 anni.
Circa tre milioni di italiani che perdono di vista la vita reale, in parte e del tutto, come accade a chi scivola nell’hikikomori: una forma estrema di isolamento dal mondo, diffusa soprattutto in Giappone.
È più a rischio chi ha problemi psicologici, psichiatrici o familiari fra cui solitudine, depressione, ansia, insicurezza del proprio aspetto, insoddisfazione del matrimonio, stress sul lavoro, vita sociale limitata, problemi finanziari.
Il mondo virtuale diventa l’unico mondo contemplato, si trascorrono otto o più ore al giorno sul web, si perdono i contatti con chi sta intorno (nell’universo reale).”
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