Vuoi capire meglio gli altri? Comincia a leggere i classici
Due ricercatori americani hanno dimostrato che le notti passate sulle pagine di Anna Karenina, piuttosto che di un best seller, aiutano a intuire pensieri, emozioni e motivazioni di chi ci sta intorno. Una grande notizia. Soprattutto per chi da anni magnifica gli effetti delle buone letture sulle relazioni umane, senza però riuscire a dimostrarli. (…)
Ma i dati messi sul piatto da Emanuele Castano e David Corner Kidd parlano chiaro: più “divori” pagine di alta letteratura, o considerata tale, e più migliora un’abilità conosciuta come Theory of Mind, teoria della mente (ToM), che consente di prevedere se la persona di fronte a te sta per darti un bacio o uno schiaffo. (…) Una caratteristica che affonda le radici nell’empatia, inevitabile quando aprendo un libro ci si immedesima nei personaggi descritti.
Si tratti del buono o del cattivo di turno, poco importa, la dinamica è sempre la stessa: si vivono le sue avventure, si cerca di capirne idee, stati d’animo e, perché no, persino di anticiparne le mosse. Il salto dal mondo immaginario al reale è breve: si allena la mente. Si addestra il cuore. Si affina l’intuito. (…)
“Non tutti i libri però hanno questo potere”, spiegano nel report e aggiungono “solo i romanzi”. Chiaramente di un certo livello. (…)
Castano e Kidd (…) hanno prima chiesto ai volontari di leggere (…) pagine estratte sia da “capolavori letterari” (…) sia da best seller (…). Poi, chiusi i libri, via ai test per misurare il potere di “leggere”, non più le parole, ma il pensiero: il Diagnostic Analysis of Nonverbal Accuracy 2 – Adult Faces (DANVA2-AF), in cui si guarda il viso di una persona per due secondi e si decide se è allegra, triste, delusa o arrabbiata. E il Reading the Mind in the Eyes test (RMET): a essere mostrata è solo una porzione di volto cui attribuire un’emozione a scelta tra le quattro a disposizione che spaziano tra lo “scettico” e il “contemplativo”.
Il risultato? Entrambi i gruppi hanno ottenuto un punteggio migliore rispetto a chi non ha letto per nulla o si è dedicato alla saggistica. Un successo che conferma le ipotesi della relazione positiva tra libri ed empatia.
Buone notizie per gli appassionati di letteratura: uno studio da poco pubblicato sulla rivista Science mostra che la lettura di classici o di romanzi (purchè di un certo spessore) aiuta nella Teoria della Mente, ossia la capacità di comprendere gli stati mentali degli altri. Immedesimarsi nei personaggi delle narrazioni, cercare di capire cosa pensano e cosa provano costituisce un banco di prova per fare lo stesso nella vita reale 😉
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